“PERCORSO VERSO UN OMICIDIO”: il romanzo d’esordio di Domenico Ammendolea

Intervista all’autore

Oggi, 19 novembre 2021, noi ragazzi delle classi quarte e quinte del Liceo Mazzini di Locri abbiamo partecipato, nell’Auditorium della scuola, alla presentazione del noir “Percorso verso un omicidio”, romanzo d’esordio di Domenico Sergio Ammendolea, avvocato e giornalista locrese. Durante l’incontro sono intervenuti oltre all’autore, il Dirigente scolastico, Francesco Sacco per i saluti iniziali, la professoressa Federica Malara che si è dedicata a un’introduzione generale del romanzo, soffermandosi sugli aspetti più originali dello stesso e il prof. Gianfranco Ozzimo, che ha coordinato gli interventi, offrendo a noi studenti vari spunti di riflessione sulle tematiche affrontate nel libro. A metà presentazione noi studenti abbiamo potuto interloquire con l’autore rivolgendogli numerose domande che ci hanno consentito di soddisfare tutte le nostre curiosità. Domenico Ammendolea è avvocato, musicista e giornalista   calabrese (una personalità quindi molto versatile); il suo primo romanzo, “Percorso verso un omicidio” è un noir, ma ha in comune molti aspetti anche con il romanzo di formazione e psicologico.  Alla fine dell’incontro, abbiamo voluto realizzare una breve intervista all’autore.

Cos’è la scrittura per lei e cosa ha rappresentato scrivere questo libro?

La scrittura è un modo di dare libero sfogo alle emozioni  e sentimenti, la paragonerei ad esempio al bere l’acqua. Per me scrivere è stato emozionante.  Ha rappresentato  un cammino  durante il quale ho accompagnato  il protagonista  nelle sue esperienze, soffrendo con lui, avendo  anche paura insieme a lui, dunque immedesimandomi perfettamente nella sua vicenda, cosa che credo sia stata percepita dai lettori.

Quando ha scritto “Percorso verso un omicidio” aveva già tutto in mente oppure l’ispirazione le è venuta in seguito?

Quando ho scritto il romanzo avevo già tutta la sua struttura in mente, quindi sapevo  che doveva essere una struttura in tre atti,  che doveva essere presente  la figura del “Mentore” (l’anziano Adolfo che è stato una guida per il protagonista, Vittorio); sapevo, inoltre,  dove avrei collocato esattamente l’incidente scatenante.

Il titolo del libro non è stato scelto casualmente. Ci vuole spiegare il significato?

Il titolo sta ad indicare un percorso del personaggio, una formazione però al contrario, dunque non verso un qualcosa di positivo ma verso un modo di agire sbagliato, causato da un episodio che ha sconvolto completamente la vita del protagonista.

C’ è qualche personaggio nel libro a cui è particolarmente legato e se sì perchè?

Sì, certo… mi sono legato al protagonista, Vittorio, perché è il primo personaggio con cui il lettore empatizza e, per fare questo, ho dovuto  dare tanto al personaggio. In modo particolare mi sono legato anche ad Adolfo perché è una persona realmente esistita, che ho conosciuto e che ora non c’è più… quindi farlo rivivere nel libro è stato in  un certo senso  come risentirlo e rivederlo.

Conoscere l’autore e leggere il suo libro è stata un ‘esperienza molto significativa.  La cosa che mi ha colpito di più è stata la sua capacità di affrontare con estrema semplicità tematiche molto importanti quali la mafia, il rapporto giustizia-ingiustizia, il conflitto tra generazioni e il legame con la propria terra.

Giada Mollace IV A SU, Licei Mazzini di Locri

Pubblicato su Metis News il 22/11/2021